“La lotta al coronavirus, che tanto ha penalizzato e continua a penalizzare l’attività sportiva in Italia, ha prodotto, con l’ultima normativa, ulteriori dubbi e perplessità sull’utilizzo della Certificazione Verde negli impianti natatori”. Così si è espressa ieri, attraverso il sito federale, la Federazione Italiana Nuoto.
Dubbi che hanno spinto la Federazione a chiedere chiarimenti alla Sottosegretaria di Sato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con delega allo Sport, Valentina Vezzali. Giovedì 2 settembre il dott. Michele Sciscioli, Capo Dipartimento per lo Sport, ha confermato la NON obbligatorietà del Green Pass nelle seguenti circostanze.
1) Impianti all’aperto:
I) Transito, attraverso aree comuni (reception, hall, corridoi), necessario per raggiungere gli spazi all’aperto nei quali svolgere l’attività.
II) Utilizzo di spogliatoi e docce da parte dei praticanti l’attività.
2) Impianti al chiuso, ferma restando l’obbligatorietà della Certificazione Verde per i praticanti l’attività di età superiore ai 12 anni, il Green Pass NON è obbligatorio:
I) Per gli accompagnatori dei minori di 12 anni e dei disabili che, dopo averli assistiti e preparati, abbandonano l’impianto sportivo senza praticare alcuna attività od usufruire di alcun servizio.
II) Per il personale che assiste l’attività sportiva (segreteria al ricevimento, istruttori, assistenti bagnanti, personale di supporto negli spogliatoi e docce, addetti alle pulizie).
III) Per chi accede all’impianto sportivo esclusivamente per recarsi nell’area bar/ristoro con l’intento di effettuare consumazioni al banco.
IV) Per chi accede all’impianto sportivo esclusivamente per ottenere informazioni o effettuare iscrizioni presso la segreteria.